ex cartiera burgo
MARZABOTTO

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Concorso di progettazione in due gradi nell’ambito del Piano Integrato della Città Metropolitana di Bolognaprogetto definitivo, progetto esecutivo, direzione lavori

Marzabotto – Lama di Reno
 

2023

1° PREMIO – cantiere in corso

Comune di Marzabotto

Baustudio Srl capogruppo
Marchingegno Studio tecnico Associato
Tracce Architettura e Ingegneria
MEP studio
PI Daniele Franchini

Ing. Carlo Bergonzini
Gruppo Eden Srls
Stacab Studio tecnico Associato
Ing. Mateo Palmieri
Ing. Enrico Manzi
arch. Elena Vincenzi
Geol. Luca Monti

Situata a Lama di Reno, nel comune bolognese di Marzabotto, il comparto industriale abbandonato della Ex Cartiera Burgo è stato da anni oggetto di interesse per la sua riqualificazione. Un luogo fortemente identitario con una veste architettonica unica, arricchito dalle opere di street artists di fama internazionale.

Oggi il lotto dell’Ex Cartiera Burgo costituisce una superficie inaccessibile che si estende per oltre 28.000 mq nella frazione di Lama di Reno, uno spazio introverso e privato fortemente legato all’attività produttiva che ospitava.

Strategicamente l’Ex Cartiera Burgo sorge in un punto che ha la possibilità di assumere l’importante ruolo di connettore tra una mobilità sostenibile, caratterizzata dalla presenza della stazione ferroviaria e della futura Ciclovia del Sole, e un’area dalla predominante valenza naturale, quella del fiume Reno e della sua valle. Per realizzare questa connessione risulta fondamentale caratterizzare l’intero tessuto urbano con spazi dalle molteplici funzioni condivise, capaci di attivare la comunità locale e di accogliere visitatori.

Per compiere questa rivoluzione il progetto proposto mette in campo un sistema di soluzioni dal forte carattere iconico, in grado di riconnettere i vecchi spazi produttivi al contesto: la realizzazione della galleria coperta che attraversa l’intero edificio, l’apertura del fronte verso la strada con nuovi tagli strategici, la realizzazione di un nuovo affaccio verso l’area a Est completamente rinaturalizzata, la salvaguardia dalla demolizione del podio coperto come luogo polifunzionale e la realizzazione di una grande piazza pubblica sono solo alcune delle molteplici soluzioni progettuali previste.

Il primo passo da intraprendere sull’edificio è quello di realizzare un ingresso rivolto a sud, in grado di relazionarsi con la stazione e la ciclovia intercettando i flussi in arrivo. Qui si immagina una piazza coperta, la Piazza delle Idee, su cui affacciare funzioni legate alla mobilità sostenibile: una velostazione e una ciclo-officina. Così facendo si incentiva una mobilità lenta capace di esplorare l’area ma connessa a luoghi distanti tramite il treno e la ciclovia stessa.

Dalla Piazza delle Idee parte la Galleria, spina dorsale dell’architettura ripensata. La Galleria è un collegamento diretto ricavato nel volume della costruzione esistente atto a garantire la permeabilità necessaria per far rivivere gli spazi. È vetrina delle funzioni insediate e da esse può essere colonizzata, risultando uno spazio ibrido.

Su di essa affacciano le biblioteche del sapere e degli oggetti, gli spazi per coworking e start-up e gli spazi culturali. Per aumentarne la permeabilità, lungo l’arteria principale, si sviluppano dei bracci trasversali tagliati nell’esistente che, interrompendo la monoliticità del fronte strada, generano nuove aperture.


Su di essa affacciano le biblioteche del sapere e degli oggetti, gli spazi per coworking e start-up e gli spazi culturali. Per aumentarne la permeabilità, lungo l’arteria principale, si sviluppano dei bracci trasversali tagliati nell’esistente che, interrompendo la monoliticità del fronte strada, generano nuove aperture.

La Galleria permette, alla scala di edificio, di attuare gli intenti strategici. Diventa al contempo elemento di permeabilità e connessione, permette l’accessibilità al comparto e ai diversi blocchi funzionali insediati, assume un ruolo pubblico.

Al termine dell’asse longitudinale della Galleria si trova il Portico, punto d’incontro tra lo spazio coperto e quello aperto, che mette in comunicazione l’edificio con la piazza più grande dell’intervento, l’Agorà. Affacciati sul Portico trovano collocazione la reception degli spazi culturali, il punto informazioni, il bar con la terrazza e l’accesso alle residenze temporanee con la loro area comune.

Questo involucro industriale continuerà a testimoniare la sua storia, colonizzato da nuove attività strategiche e attraversato da un nuovo sistema di percorsi pubblici e flussi di mobilità sostenibile.

PER SAPERNE DI PIù: